Esecuzione di indagini geofisiche mediante Tomografia Elettrica ad alta risoluzione 2D in vasche di stoccaggio con lo scopo di individuare l’integrità del fondo delle vasche e gli spessori dei depositi nonché individuare il terreno disotto delle vasche. Il metodo geoelettrico nelle indagini geofisiche sfrutta le proprietà che rocce, sedimenti e terre hanno di condurre la corrente elettrica in maniera differente l’uno rispetto all’altro. Il parametro che viene misurato è la resistività elettrica. L’esecuzione di un profilo tomografico prevede l’installazione di una serie di picchetti metallici (elettrodi), che vengono utilizzati tanto come elettrodi di corrente che di potenziale.Per il lavoro di riferimento sono stati posizionati n.8 stendimenti con lo scopo di verificare l’eventuale presenza di sversamenti nel terreno in posto e quantificare i volumi dei materiali di natura antropica (solidi e liquidi) posti al di sotto dello specchio d’acqua. In fase preliminare, per valutare e tarare le indagini di tomografia elettrica eseguite all’interno delle vasche, è stato effettuato anche un rilievo geoelettrico 2D lungo l’argine lato strada, che rappresenta il “bianco” dell’intera campagna di indagini. Tramite appositi software vengono elaborati congiuntamente i dati acquisiti consentendo di creare e gestire array regolari e irregolari fornendo infine una visione tridimensionale delle varie strutture sepolte (complesso fondale, eventuali sversamenti, variazione litologiche 3D etc…). L’ubicazione degli stendimenti su ortomosaico, elaborato a seguito di volo a mezzo SAPR, è resa possibile grazie all’acquisizione delle coordinate Est e Nord di ciascun punto delle sezioni stese lungo le vasche.